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Come posso cambiare?

Riflessione di Andrea

In concomitanza con EXPO 2015 faccio una riflessione personale su cosa io possa cambiare per aiutare il nostro pianeta terra e i suoi abitanti a sconfiggere la fame e gli sprechi alimentari.

Ho fatto una ricerca su internet sul sito di Slow Food Italia e ho trovato informazioni sconvolgenti.

Ho saputo che per ogni italiano si producono circa 840 Kg di cibo all’anno. 560 Kg  l’anno ce li mangiamo! (al ritmo di 1,5 Kg al giorno).

Che fine hanno fatto gli altri 280 Kg?

Poco meno di 200 Kg  vengono sprecati direttamente nei campi, nelle industrie agroalimentari, nei supermercati.

Sì,  il nostro cibo viene sprecato ad ogni passaggio e ad ogni fase della sua produzione. Ogni volta se ne spreca un po’.

Gli ultimi 95 Kg li acquistiamo e provvediamo noi a buttarli in pattumiera.95 Kg all’anno sono circa 260 g al giorno: uno yogurt scaduto, qualche panino raffermo, una arancia ammuffita, capita a tutti di trovarseli in cucina.

 Noi compriamo troppo e quindi poi sprechiamo cibo.

Quando sprechiamo cibo, sprechiamo denaro che è servito ad acquistarlo, denaro che i grandi hanno guadagnato usando il loro tempo al lavoro. Ogni volta che buttiamo nella pattumiera cibo acquistato e non consumato, stiamo buttando via un pezzetto della vita di chi ha lavorato sodo per farlo arrivare sulla nostra tavola.

Ma insieme al cibo non sprechiamo solo tempo e denaro, sprechiamo terra, sprechiamo acqua, sprechiamo clima perché quel cibo ha consumato risorse naturali ed energia e ha contribuito alle emissioni atmosferiche. Quindi il cibo che non nutre nessuno, non è solo inutile, ma è anche dannoso. A questo si aggiunge un altro danno: per smaltire la montagna di cibo rifiuto ci vogliono altre risorse, ancora acqua, energia, denaro, tempo, terreno.

Noi sprechiamo e consumiamo risorse che non sono infinite, mentre altrove c’è chi non ha da mangiare!

Non possiamo continuare così.

E allora che cosa dobbiamo fare?

Dobbiamo iniziare a cambiare quello che ci riguarda da vicino, la parte di spreco che contribuiamo a produrre. Io mi riprometto di non sprecare il cibo che la mamma mi prepara, ma credo che questo non basta.

 

 

Occorre che tutti noi cambiamo il modo di comperare il cibo e cambiamo un po’ anche il nostro modo di vivere per diventare più attenti e rispettosi della natura e dell’ambiente.

  • Dobbiamo imparare a comprare solo l’essenziale preferendo la qualità alla quantità.

La lista della spesa è un modo efficace per controllare quello che acquistiamo. Facciamo la lista di quello che prevediamo di mangiare nei giorni successivi e andiamo a fare la spesa con l’elenco di quello  che ci serve, senza comprare niente di più, senza lasciarci condizionare dalle offerte speciali, dalle promozioni, dai tre per due, che sono solo il modo per farci acquistare e spendere più del necessario.

 

  • Andiamo spesso a fare la spesa e compriamo meno. Il cibo sarà più fresco, controlleremo meglio quello che c’è in frigo e non rischieremo  di far scadere gli alimenti.

  • Se abbiamo avanzi nel frigo, non buttiamoli,  cerchiamo di riutilizzarli  per preparare altri piatti.

  • Usiamo il congelatore: surgelare gli avanzi e il cibo in eccedenza allunga il tempo di conservazione.

  • Compriamo se possibile direttamente dai produttori, acquistiamo prodotti stagionali coltivati vicino a noi ( a Km zero) che costano meno e sono più freschi. Otterremo minor spreco di risorse, meno inquinamento e sviluppo dell’agricoltura locale. Alcune famiglie si organizzano in Gruppi di Acquisto Solidale (GAS).

Su internet ho trovato queste semplici 10 regole per non sprecare cibo. Dovrebbero essere applicate in tutte le famiglie.

 

Dal sito BCFN

Dobbiamo anche imparare che cosa acquistare e che cosa mangiare.

Nel sito ( www.barillaacfn.com) del Barilla Center for Food and Nutrition c’è la doppia piramide alimentare-ambientale che mostra quali alimenti andrebbero consumati più frequentemente per una dieta equilibrata, ma mostra anche l’impatto ambientale di ciascuno di essi.

L’impatto ambientale è calcolato sul consumo di acqua, terra, energia e sulle emissioni di gas serra che si ha per produrre un particolare alimento.

In questa doppia piramide è evidente che gli alimenti consigliati dai nutrizionisti per un consumo più frequente ( frutta, verdura, pasta,riso, pane), sono anche quelli che hanno un minor impatto ambientale.

Forza allora! Cerchiamo di mangiare più verdura e frutta, più pasta e riso e meno carne. Avremo più salute e  più rispetto per la natura.

Cambiando le nostre abitudini alimentari potremo anche contribuire a combattere nel nostro piccolo la fame nel mondo.

Nel sud del mondo ci sono paesi poveri in cui gli abitanti hanno difficoltà a soddisfare il loro fabbisogno quotidiano di cibo. Questi paesi hanno bisogno dell’aiuto dei paesi più ricchi per sviluppare una agricoltura locale e diventare autosufficienti sul piano alimentare.

Sosteniamo le organizzazioni umanitarie che offrono loro un aiuto diretto, attraverso i volontari che si recano lì per lavorare (medici, tecnici, insegnanti…..).

Favoriamo l’economia locale di questi paesi  acquistando i loro prodotti nei negozi del commercio equo e solidale. Appoggeremo  le piccole cooperative di produzione sorte nei paesi in via di sviluppo e limiteremo il potere delle grandi multinazionali dell’alimentazione che con le loro colture intensive (piantagioni di caffè, the, zucchero, banane, tabacco,  ecc…..) sfruttano e impoveriscono quei territori e quelle popolazioni.

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